venerdì 3 maggio 2013

ANAGRAMMA


Gioco basato sulla trasposizione delle lettere di una parola o di una frase in un'altra parola o frase del tutto diversa.
Le sue origini sono antichissime. I primi esempi risalgono alla Bibbia (il profeta Geremia li usa nel vaticinare contro il re di Babilonia: da Babel ricava belba, iena, blabe, blasfemo ecc.).
L'inventore, o meglio introduttore dell'anagramma nella letteratura, è considerato LICOFRONE, un poeta del III sec. Avanti Cristo.
La storia dell'anagramma nella letteratura italiana sembra inizi con Giambattista Basile, che scrive anagrammi nelle sue “Opere poetiche” (1613).

Esistono diversi tipi di anagramma, ma qui consideriamo i più semplici, cioè l'anagramma di una singola parola o di nomi e cognomi.
Anagrammando un parola singola, possiamo utilizzare la parola madre e la parola derivata per costruire semplici indovinelli o piccoli esercizi da proporre ai figli per insegnargli, oltre al gioco in sé, anche il piacere di giocare con le parole, di far sì che siano loro a piegarsi alla nostra volontà!

Prendiamo, per esempio, la parola barile: il suo anagramma è libera.
Possiamo scrivere:

Chiusa in un xxxxxx,
vuoto di petrolio,
c'era una povera capra.
A forza di cornate
il coperchio saltò
e la capra fu xxxxxx
e corse via.

Oppure partendo da un nome proprio:

Io sono _ _ _ _ _ _ _ Sparalesto,
la casa ho in dissesto,
fori, vetri rotti e tutto il resto:
ahimè, per questo, anche d'inverno
devo sparare all'_ _ _ _ _ _ _.
(soluzione: Ernesto/esterno)

Si possono fare, anche per puro diletto, anagrammi di nomi e cognomi, anche di persone famose. L'anagramma più riuscito, se è possibile, è sempre quello che in qualche modo è affine all'originale.

Anni fa io mi sono divertita a farne alcuni:

Napoleone Bonaparte: papero non ben alato
Italo Calvino: novità locali
Oriana Fallaci: noia all'Africa
Orietta Berti: trio “Batterie”
Aldo Moro: lodo Roma
Gabriele D'Annunzio: grande, abile nunzio.

Ci si può anche divertire, o almeno io mi diverto, a prendere delle parole e anagrammarle per trovare il maggior numero di parole nuove possibili. Per esercitarsi conviene prendere inizialmente parole di quattro o cinque lettere.

torta/trota/ratto/rotta
tarme/trema/trame/marte
caro/Cora/arco/orca/ocra/acro

Oppure possiamo anagrammare noi una parola qualunque, senza che il risultato abbia un senso, e proporre ad altri, come gioco, di trovare la parola madre:

CAULI = LUCIA
CALISII = SICILIA
APONTEL = PENTOLA ECC.

Anche con queste non-parole si possono creare piccoli racconti (o indovinelli) nei quali anziché mettere le x o i trattini si scrive così com'è l'anagramma e si lascia con le x la parola madre.

Es.:
Quell'anno CAULI non era stata brava, e aveva timore che la notte di Santa xxxxx sarebbe trascorsa senza ricevere nulla.

Quest'estate mi piacerebbe andare in vacanza a CALISII e riuscire finalmente a vedere il vulcano da vicino.

Più difficoltosi sono gli anagrammi a frase, dato che maggiore è il numero di lettere da gestire, e sono anche, forse, meno divertenti perché non si prestano a indovinelli.


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