Gioco basato sulla trasposizione
delle lettere di una parola o di una frase in un'altra parola o frase
del tutto diversa.
Le sue origini sono antichissime. I
primi esempi risalgono alla Bibbia (il profeta Geremia li usa nel
vaticinare contro il re di Babilonia: da Babel
ricava belba, iena,
blabe, blasfemo ecc.).
L'inventore, o meglio introduttore
dell'anagramma nella letteratura, è considerato LICOFRONE, un poeta
del III sec. Avanti Cristo.
La storia dell'anagramma nella
letteratura italiana sembra inizi con Giambattista Basile, che scrive
anagrammi nelle sue “Opere poetiche” (1613).
Esistono diversi tipi di anagramma,
ma qui consideriamo i più semplici, cioè l'anagramma di una singola
parola o di nomi e cognomi.
Anagrammando un parola singola,
possiamo utilizzare la parola madre e la parola derivata per
costruire semplici indovinelli o piccoli esercizi da proporre ai
figli per insegnargli, oltre al gioco in sé, anche il piacere di
giocare con le parole, di far sì che siano loro a piegarsi alla
nostra volontà!
Prendiamo,
per esempio, la parola barile:
il suo anagramma è libera.
Possiamo scrivere:
Chiusa in un xxxxxx,
vuoto di petrolio,
c'era una povera capra.
A forza di cornate
il coperchio saltò
e la capra fu xxxxxx
e corse via.
Oppure partendo da un nome
proprio:
Io sono _ _ _ _ _ _ _ Sparalesto,
la casa ho in dissesto,
fori, vetri rotti e tutto il
resto:
ahimè, per questo, anche
d'inverno
devo sparare all'_ _ _ _ _ _ _.
(soluzione:
Ernesto/esterno)
Si
possono fare, anche
per puro diletto, anagrammi di nomi e cognomi, anche di persone
famose. L'anagramma più riuscito, se è possibile, è sempre quello
che in qualche modo è affine all'originale.
Anni fa io mi sono divertita a farne
alcuni:
Napoleone Bonaparte: papero non ben
alato
Italo Calvino: novità locali
Oriana Fallaci: noia all'Africa
Orietta Berti: trio “Batterie”
Aldo Moro: lodo Roma
Gabriele D'Annunzio: grande, abile
nunzio.
Ci si può anche divertire, o almeno
io mi diverto, a prendere delle parole e anagrammarle per trovare il
maggior numero di parole nuove possibili. Per esercitarsi conviene
prendere inizialmente parole di quattro o cinque lettere.
torta/trota/ratto/rotta
tarme/trema/trame/marte
caro/Cora/arco/orca/ocra/acro
Oppure possiamo anagrammare noi una
parola qualunque, senza che il risultato abbia un senso, e proporre
ad altri, come gioco, di trovare la parola madre:
CAULI = LUCIA
CALISII = SICILIA
APONTEL = PENTOLA ECC.
Anche con queste non-parole si
possono creare piccoli racconti (o indovinelli) nei quali anziché
mettere le x o i trattini si scrive così com'è l'anagramma e si
lascia con le x la parola madre.
Es.:
Quell'anno CAULI non era stata
brava, e aveva timore che la notte di Santa xxxxx sarebbe trascorsa
senza ricevere nulla.
Quest'estate mi piacerebbe andare in
vacanza a CALISII e riuscire finalmente a vedere il vulcano da
vicino.
Più difficoltosi sono gli anagrammi
a frase, dato che maggiore è il numero di lettere da gestire, e sono
anche, forse, meno divertenti perché non si prestano a indovinelli.
Nessun commento:
Posta un commento