É divertente anche questo gioco con la poesia: scrivere praticamente una poesia nella poesia, cercando di rispettare rime e ritmo e metrica di quella originale. Eccovene una.
SAN MARTINO
POLLI E VINO
La nebbia a gl'irti colli
dalla valle dei polli
piovviginando sale,
e bagna mica male
e sotto il maestrale
che non è così male
urla e biancheggia il mar
come vediamo dal bar.
Ma per le vie del borgo
se non c'è l'ingorgo
dal ribollir de' tini
senza uso di postini
va l'aspro odor dei vini
e ubriaca i vicini
l'anime a rallegrar
perché è quasi l'ora del bar.
Gira su' ceppi accesi
fra canti tirolesi
lo spiedo scoppiettando:
la cuoca ciabattando
sta il cacciator fischiando
la padella raschiando
su l'uscio a rimirar
quando riapre il bar.
tra le rossastre nubi
e le case come cubi
stormi d'uccelli neri
che sembran proprio veri
com'esuli pensieri
forse perché son d'ieri
nel vespero migrar
per raggiungere il bar.
Di parola in parola
Giochi, divertimenti e tanto altro tutto di parola in parola.
martedì 28 maggio 2013
venerdì 24 maggio 2013
CAMBIO
Il cambio rappresenta l'insieme di
giochi in cui viene cambiata una lettera dalla prima parola
alla seconda.
Non si parla mai di un semplice
cambio, ma si specifica sempre il tipo di cambio.
- Nel cambio di consonante, viene
cambiata una consonante all'interno della parola.
- Nel cambio di vocale, viene
cambiata una vocale all'interno della parola.
- Nel cambio di lettera, una vocale
all'interno della parola viene cambiata in consonante, o
viceversa.
- Nel cambio di iniziale, la lettera
cambiata è la prima.
- Nel cambio di finale, la lettera
cambiata è l'ultima.
- Nel cambio di genere, non solo si
cambia l'ultima lettera, ma come risultato il genere della parola
cambia.
È possibile anche avere un cambio a
frase, dove si ha una frase e non una parola al cui interno cambia
una lettera, e una serie di cambi: in questo caso è sempre la stessa
lettera a cambiare.
Esempi:
- Cambio di consonante: muro - muto
/ carbone - cartone
- Cambio di vocale: basso - bosso -
busso / medico - modico
- Cambio di lettera: villino -
violino / branco - bianco
- Cambio di iniziale: rabbia -
gabbia - sabbia
- Cambio di finale: pesce - pesca
- Cambio di genere: schermo -
scherma
- Cambio a frase: la mica - l'amaca
- Serie di cambi: pazzo, pezzo, pizzo, pozzo, puzzo
Anziché una lettera si può
cambiare una sillaba:
cam-po/tem-po; per-so-ne/per-be-ne;
caro-ta/caro-gna.
Anche qui, come si vede, si possono
avere il cambio di sillaba iniziale, di sillaba centrale e di sillaba
finale.
Si potrebbe anche tenere fisse la
sillaba iniziale e quella finale, o la sillaba centrale, e modificare
l'altra o le altre sillabe. Ecco due esempi.
FA | NA | LE |
TA | ||
VIL | ||
VO | ||
SUL | ||
CI |
CA | RI | CA |
CA | BU | |
FE | TA | |
GI | NI | |
MO | RE | |
MA | NA | |
PU | STA |
venerdì 17 maggio 2013
BIFRONTE
Inizialmente assimilato al
palindromo, ha una sua autonomia dal 1932, quando ne è stata
evidenziata la differenza da esso.
Parola che può leggersi, con
diverso significato, nei due sensi: acetone/enoteca;
laconica/canicola.
Come da esempio, il bifronte può
essere letterale o sillabico.
In quella enoteca il vino sapeva
di...acetone!
Sono possibili anche i bifronti a
frase: attorniare/ era in rotta; anulare/era l'una.
Anche in questo caso è possibile
creare storielle o cercare quante più possibili parole bifronti.
venerdì 10 maggio 2013
ANTIPODO
È la trovata più ingegnosa
dell'enigmistica, tuttora in voga sia in quella classica sia in
quella popolare.
Il nome “antipodo”, consolidato
già nel 1901, è presente nei vocabolari (sia con la -o finale
sia con la -e finale).
Questo
gioco nacque col nome di Anagramma dell'avvenire sull'Aguzzaingegno
nel 1878 per opera di Alessandro
Gallina, che sfruttò le combinazioni M-ottetto e M-assinissa. Entre
nella storia della letteratura italiana con una pagina di Giorgio
Manganelli pubblicata sul Messaggero il 25/05/1986.
E' un gioco basato sulla lettura a
rovescio di una parola, dopo lo spostamento da un capo all'altro
della sua lettera iniziale o finale.
Da questo scambio si può ottenere
la stessa parola (b-anana) o una parola di significato diverso
(t-alamo che diventa malat-o).
Può essere divertente cercare
parole che si prestino a questo scambio, annotarle e poi magari
costruirci una storiella o una poesiola sfruttando questa
particolarità.
Sul talamo giacea il
malato,
con il suo bel pigiama rosso.
La moglie piangea a dirotto
mentre i dottori a
consulto
ne decretavan morte certa
e lo misuravan con il metro
per ordinar la cassa da
morto.
Le parole sottolineate sono tutte
antipodi: alcune mantengono lo stesso significato, altre lo cambiano.
Questo è un esempio di quello che
si può fare, poi si può proporre a qualcuno di individuare nel
testo tutti gli antipodi!
venerdì 3 maggio 2013
ANAGRAMMA
Gioco basato sulla trasposizione
delle lettere di una parola o di una frase in un'altra parola o frase
del tutto diversa.
Le sue origini sono antichissime. I
primi esempi risalgono alla Bibbia (il profeta Geremia li usa nel
vaticinare contro il re di Babilonia: da Babel
ricava belba, iena,
blabe, blasfemo ecc.).
L'inventore, o meglio introduttore
dell'anagramma nella letteratura, è considerato LICOFRONE, un poeta
del III sec. Avanti Cristo.
La storia dell'anagramma nella
letteratura italiana sembra inizi con Giambattista Basile, che scrive
anagrammi nelle sue “Opere poetiche” (1613).
Esistono diversi tipi di anagramma,
ma qui consideriamo i più semplici, cioè l'anagramma di una singola
parola o di nomi e cognomi.
Anagrammando un parola singola,
possiamo utilizzare la parola madre e la parola derivata per
costruire semplici indovinelli o piccoli esercizi da proporre ai
figli per insegnargli, oltre al gioco in sé, anche il piacere di
giocare con le parole, di far sì che siano loro a piegarsi alla
nostra volontà!
Prendiamo,
per esempio, la parola barile:
il suo anagramma è libera.
Possiamo scrivere:
Chiusa in un xxxxxx,
vuoto di petrolio,
c'era una povera capra.
A forza di cornate
il coperchio saltò
e la capra fu xxxxxx
e corse via.
Oppure partendo da un nome
proprio:
Io sono _ _ _ _ _ _ _ Sparalesto,
la casa ho in dissesto,
fori, vetri rotti e tutto il
resto:
ahimè, per questo, anche
d'inverno
devo sparare all'_ _ _ _ _ _ _.
(soluzione:
Ernesto/esterno)
Si
possono fare, anche
per puro diletto, anagrammi di nomi e cognomi, anche di persone
famose. L'anagramma più riuscito, se è possibile, è sempre quello
che in qualche modo è affine all'originale.
Anni fa io mi sono divertita a farne
alcuni:
Napoleone Bonaparte: papero non ben
alato
Italo Calvino: novità locali
Oriana Fallaci: noia all'Africa
Orietta Berti: trio “Batterie”
Aldo Moro: lodo Roma
Gabriele D'Annunzio: grande, abile
nunzio.
Ci si può anche divertire, o almeno
io mi diverto, a prendere delle parole e anagrammarle per trovare il
maggior numero di parole nuove possibili. Per esercitarsi conviene
prendere inizialmente parole di quattro o cinque lettere.
torta/trota/ratto/rotta
tarme/trema/trame/marte
caro/Cora/arco/orca/ocra/acro
Oppure possiamo anagrammare noi una
parola qualunque, senza che il risultato abbia un senso, e proporre
ad altri, come gioco, di trovare la parola madre:
CAULI = LUCIA
CALISII = SICILIA
APONTEL = PENTOLA ECC.
Anche con queste non-parole si
possono creare piccoli racconti (o indovinelli) nei quali anziché
mettere le x o i trattini si scrive così com'è l'anagramma e si
lascia con le x la parola madre.
Es.:
Quell'anno CAULI non era stata
brava, e aveva timore che la notte di Santa xxxxx sarebbe trascorsa
senza ricevere nulla.
Quest'estate mi piacerebbe andare in
vacanza a CALISII e riuscire finalmente a vedere il vulcano da
vicino.
Più difficoltosi sono gli anagrammi
a frase, dato che maggiore è il numero di lettere da gestire, e sono
anche, forse, meno divertenti perché non si prestano a indovinelli.
venerdì 26 aprile 2013
TELESTICO
Quando
l'acrostico viene a fine parola si chiama telestico.
Telestico
Certo
non è un tipo snoB
neppur
di taglia supeR:
un
metro e cinquanta su per giU'
Le
manca solo il caravaN
poi
di tutti i mezzi si è servitA.
Libertà!
Effervescente come il selZ
finalmente
ti ho conquistatA:
non
più IVS/INF O IVS/AGG,
ma
solo casa e qualche viaggiO.
venerdì 19 aprile 2013
MESOSTICO
Quando
l'acrostico viene operato nel mezzo si chiama mesostico
Eccone un esempio:
Mesostico
Or
che ci Penso,
occorre
far fEsta!
E'
giorno di Pensione:
senza rimPianto
alcuno
essi ci lascIano
soli.
Meritato lo haN
certamente,
ma il vuOto si
sente.
Bando a ogni tRistezza,
di rigore è
l'Allegrezza,
grande ebbreZza
vi dà
l'indipendenZa a
questa età!
Orsù assapOriam
con voi
di questa Libertà
l'aroma antIco!
Iscriviti a:
Post (Atom)