martedì 28 maggio 2013

Poesia "farcita"

É divertente anche questo gioco con la poesia: scrivere praticamente una poesia nella poesia, cercando di rispettare rime e ritmo e metrica di quella originale. Eccovene una.

SAN MARTINO
POLLI E VINO

La nebbia a gl'irti colli
dalla valle dei polli
piovviginando sale,
e bagna mica male
e sotto il maestrale
che non è così male
urla e biancheggia il mar
come vediamo dal bar.

Ma per le vie del borgo
se non c'è l'ingorgo
dal ribollir de' tini
senza uso di postini
va l'aspro odor dei vini
e ubriaca i vicini
l'anime a rallegrar
perché è quasi l'ora del bar.

Gira su' ceppi accesi
fra canti tirolesi
lo spiedo scoppiettando:
la cuoca ciabattando
sta il cacciator fischiando
la padella raschiando
su l'uscio a rimirar
quando riapre il bar.

tra le rossastre nubi
e le case come cubi
stormi d'uccelli neri
che sembran proprio veri
com'esuli pensieri
forse perché son d'ieri
nel vespero migrar
per raggiungere il bar.

venerdì 24 maggio 2013

CAMBIO


Il cambio rappresenta l'insieme di giochi in cui viene cambiata una lettera dalla prima parola alla seconda.
Non si parla mai di un semplice cambio, ma si specifica sempre il tipo di cambio.
- Nel cambio di consonante, viene cambiata una consonante all'interno della parola.
- Nel cambio di vocale, viene cambiata una vocale all'interno della parola.
- Nel cambio di lettera, una vocale all'interno della parola viene cambiata in consonante, o viceversa.
- Nel cambio di iniziale, la lettera cambiata è la prima.
- Nel cambio di finale, la lettera cambiata è l'ultima.
- Nel cambio di genere, non solo si cambia l'ultima lettera, ma come risultato il genere della parola cambia.
È possibile anche avere un cambio a frase, dove si ha una frase e non una parola al cui interno cambia una lettera, e una serie di cambi: in questo caso è sempre la stessa lettera a cambiare.
Esempi:
- Cambio di consonante: muro - muto / carbone - cartone
- Cambio di vocale: basso - bosso - busso / medico - modico
- Cambio di lettera: villino - violino / branco - bianco
- Cambio di iniziale: rabbia - gabbia - sabbia
- Cambio di finale: pesce - pesca
- Cambio di genere: schermo - scherma
- Cambio a frase: la mica - l'amaca
  • Serie di cambi: pazzo, pezzo, pizzo, pozzo, puzzo

Anziché una lettera si può cambiare una sillaba:
cam-po/tem-po; per-so-ne/per-be-ne; caro-ta/caro-gna.
Anche qui, come si vede, si possono avere il cambio di sillaba iniziale, di sillaba centrale e di sillaba finale.
Si potrebbe anche tenere fisse la sillaba iniziale e quella finale, o la sillaba centrale, e modificare l'altra o le altre sillabe. Ecco due esempi.

FA NA LE
TA

VIL

VO

SUL 

CI



CA RI CA
CA BU
FE TA
GI NI
MO RE
MA NA
PU STA

venerdì 17 maggio 2013

BIFRONTE


Inizialmente assimilato al palindromo, ha una sua autonomia dal 1932, quando ne è stata evidenziata la differenza da esso.
Parola che può leggersi, con diverso significato, nei due sensi: acetone/enoteca; laconica/canicola.
Come da esempio, il bifronte può essere letterale o sillabico.

In quella enoteca il vino sapeva di...acetone!

Sono possibili anche i bifronti a frase: attorniare/ era in rotta; anulare/era l'una.

Anche in questo caso è possibile creare storielle o cercare quante più possibili parole bifronti.


venerdì 10 maggio 2013

ANTIPODO


È la trovata più ingegnosa dell'enigmistica, tuttora in voga sia in quella classica sia in quella popolare.
Il nome “antipodo”, consolidato già nel 1901, è presente nei vocabolari (sia con la -o finale sia con la -e finale).
Questo gioco nacque col nome di Anagramma dell'avvenire sull'Aguzzaingegno nel 1878 per opera di Alessandro Gallina, che sfruttò le combinazioni M-ottetto e M-assinissa. Entre nella storia della letteratura italiana con una pagina di Giorgio Manganelli pubblicata sul Messaggero il 25/05/1986.
E' un gioco basato sulla lettura a rovescio di una parola, dopo lo spostamento da un capo all'altro della sua lettera iniziale o finale.
Da questo scambio si può ottenere la stessa parola (b-anana) o una parola di significato diverso (t-alamo che diventa malat-o).

Può essere divertente cercare parole che si prestino a questo scambio, annotarle e poi magari costruirci una storiella o una poesiola sfruttando questa particolarità.

Sul talamo giacea il malato,
con il suo bel pigiama rosso.
La moglie piangea a dirotto
mentre i dottori a consulto
ne decretavan morte certa
e lo misuravan con il metro
per ordinar la cassa da morto.

Le parole sottolineate sono tutte antipodi: alcune mantengono lo stesso significato, altre lo cambiano.
Questo è un esempio di quello che si può fare, poi si può proporre a qualcuno di individuare nel testo tutti gli antipodi!

venerdì 3 maggio 2013

ANAGRAMMA


Gioco basato sulla trasposizione delle lettere di una parola o di una frase in un'altra parola o frase del tutto diversa.
Le sue origini sono antichissime. I primi esempi risalgono alla Bibbia (il profeta Geremia li usa nel vaticinare contro il re di Babilonia: da Babel ricava belba, iena, blabe, blasfemo ecc.).
L'inventore, o meglio introduttore dell'anagramma nella letteratura, è considerato LICOFRONE, un poeta del III sec. Avanti Cristo.
La storia dell'anagramma nella letteratura italiana sembra inizi con Giambattista Basile, che scrive anagrammi nelle sue “Opere poetiche” (1613).

Esistono diversi tipi di anagramma, ma qui consideriamo i più semplici, cioè l'anagramma di una singola parola o di nomi e cognomi.
Anagrammando un parola singola, possiamo utilizzare la parola madre e la parola derivata per costruire semplici indovinelli o piccoli esercizi da proporre ai figli per insegnargli, oltre al gioco in sé, anche il piacere di giocare con le parole, di far sì che siano loro a piegarsi alla nostra volontà!

Prendiamo, per esempio, la parola barile: il suo anagramma è libera.
Possiamo scrivere:

Chiusa in un xxxxxx,
vuoto di petrolio,
c'era una povera capra.
A forza di cornate
il coperchio saltò
e la capra fu xxxxxx
e corse via.

Oppure partendo da un nome proprio:

Io sono _ _ _ _ _ _ _ Sparalesto,
la casa ho in dissesto,
fori, vetri rotti e tutto il resto:
ahimè, per questo, anche d'inverno
devo sparare all'_ _ _ _ _ _ _.
(soluzione: Ernesto/esterno)

Si possono fare, anche per puro diletto, anagrammi di nomi e cognomi, anche di persone famose. L'anagramma più riuscito, se è possibile, è sempre quello che in qualche modo è affine all'originale.

Anni fa io mi sono divertita a farne alcuni:

Napoleone Bonaparte: papero non ben alato
Italo Calvino: novità locali
Oriana Fallaci: noia all'Africa
Orietta Berti: trio “Batterie”
Aldo Moro: lodo Roma
Gabriele D'Annunzio: grande, abile nunzio.

Ci si può anche divertire, o almeno io mi diverto, a prendere delle parole e anagrammarle per trovare il maggior numero di parole nuove possibili. Per esercitarsi conviene prendere inizialmente parole di quattro o cinque lettere.

torta/trota/ratto/rotta
tarme/trema/trame/marte
caro/Cora/arco/orca/ocra/acro

Oppure possiamo anagrammare noi una parola qualunque, senza che il risultato abbia un senso, e proporre ad altri, come gioco, di trovare la parola madre:

CAULI = LUCIA
CALISII = SICILIA
APONTEL = PENTOLA ECC.

Anche con queste non-parole si possono creare piccoli racconti (o indovinelli) nei quali anziché mettere le x o i trattini si scrive così com'è l'anagramma e si lascia con le x la parola madre.

Es.:
Quell'anno CAULI non era stata brava, e aveva timore che la notte di Santa xxxxx sarebbe trascorsa senza ricevere nulla.

Quest'estate mi piacerebbe andare in vacanza a CALISII e riuscire finalmente a vedere il vulcano da vicino.

Più difficoltosi sono gli anagrammi a frase, dato che maggiore è il numero di lettere da gestire, e sono anche, forse, meno divertenti perché non si prestano a indovinelli.